Laos, mercati e cucine del Mekong

L’adorabile Vientiane dispone i suoi tantissimi ristorantini e birrerie sulle rive del Mekong invitando laotiani e turisti al passaggio con aperitivo. Ma non si tratta di una caratteristica della sola capitale, bensì di un tratto comune a tanti paesi dell’Indocina: dove la cucina ha tratti economici e culturali peculiari. L’esperienza può, infatti, essere traumatizzante là dove si mangia tutto quello che ha un po’ di vita: i mercati e le cucine sono luoghi d’avventura e sperimentazione unica e memorabile.

Nutrirsi è un bisogno primario, dunque una necessità alla quale si potrebbe sopperire con una alimentazione standardizzata a basa di pillole, flebo, pastasciutte e che so io…

Invece, più si viaggia più si scopre che ogni cultura ha dedicato tempo e risorse per dotarsi di una propria arte gastronomica aggiungendo una dimensione estetica e di piacere al bisogno di nutrirsi. Siamo gli unici tra le specie: diffidate di un uomo o di gruppo umano che alla cucina non dedichi la necessaria attenzione che la faccia volare oltre la soglia minima della nutrizione. In tal senso il Laos ha messo insieme i sapori delle diecine di etnie che lo compongono elaborando un complesso caleidoscopio di sapori, che spesso esplodono in una molteplicità di piccanti tutti diversi, per sapidità e dolcezza, aggressioni frontali o retrogusti tardivi, lingue scottate o tonsille bruciate.

In questa situazione vi può capitare di sperimentare l’esperienza della morte prossima, quasi subitanea. In genere succede quando un piccolo seme di peperoncino piccante o similia – e di cose simili qui ce ne sono tante – si va a fermare dalle parti della vostra laringe. Istantaneamente sentite che il collo si gonfia e l’aria non riesce a passare per raggiungere i polmoni. Strabuzzate gli occhi. Vi prendete paura e dunque ispirate ancora con più forza e poi violenza. Il risultato è che l’accesso ai polmoni si restringe ancora di più. È un circolo vizioso e perverso che non vi porta a morire, nella stragrande maggioranza dei casi, ma forse a svenire con conseguente rilassamento e ripresa regolare della respirazione. Se non avete allergie… In ogni caso: quando si sà cosa può accadere non si ha più paura.

Quindi: nervi saldi, evitare di respirare ma trattenere il fiato per una buona manciata di secondi, poi con calma inspirare solo dal naso e non dalla bocca. Non subito, dopo uno o due minuti una sorsata di birra fresca vi ripulisce. Ma in tutto ciò…mai avere fretta, agire con calma e flemma che a morire c’è sempre tempo…ma non per peperoncino. Direi che questo è l’inconveniente più probabile di una visita in Laos.

Il miglior pranzo laotiano lo abbiamo consumato alla guest house The Boat Landing a Luang Namtha – in luogo ameno sul fiume, ospitati in bungalow di legno tra il frinire delle cicale e il luccicare intermittente di migliaia di lucciole effimere -dalla cui cucina vengono le ricette che seguono e altre sono a disposizione.