Il bandito del deserto

Al-Shanfarà – Poeta arabo del VI secolo d.C. – Yemen (?)

Girando per librerie mi è caduto l’occhio su questo “piccolo” libretto .. e non ho esitato a prenderlo! Provate a leggerlo con il vento nelle orecchie, la sabbia negli occhi e i ricordi nel cuore.

Uomini della mia tribù, fate drizzare i petti delle vostre cavalcature (e partite), ché io verso altra gente che non voi sono più incline.

I necessari preparativi sono stati compiuti, e la notte è di luna, le cavalcature sono state bardate e i basti serrati per il viaggio.

Nella terra c’è bene un rifugio, che ripari l’uomo generoso dall’offesa, e un ritiro per chi tema l’odio dei nemici.

Il bandito del deserto di al-Shanfarā, edito da La Vita Felice del 2018

A me sono compagni in vostro luogo uno sciacallo dalla marcia veloce, una liscia pantera pezzata, e una iena arrancante dall’irta criniera.

Non sono un pauroso nella tenebra notturna, quando un deserto spaventoso si avventa incontro al cammello spaurito, lanciato a cieco galoppo.

Quando l’acciottolato selcioso tocca le piante del mio cammello (in corsa), ne volano via sassi sbrecciati e sprizzanti scintille.

Ulula allora lo sciacallo e ululano i suoi compagni per il piano deserto, come fossero donne private dei figli che fan lamento su un’altura.

Lui si duole ed essi si dolgono, poi l’uno e gli altri cessano, e la pazienza è certo la miglior cosa quando il dolersi non giova.

Ora sono in povertà ora in ricchezza, quella ricchezza che solo il bandito senza fissa dimora può attingere.

Quante giornate di canicola, dal bagliore fondente, in cui le vipere si torcono sui ciotoli arsi dal sole, ho affrontato con il viso senza riparo alcuno nè velo, fuorchè una bella veste rigata, ma ridotta a brandelli.

Quanti altipiani deserti, come convessa superficie di uno scudo, ho io attraversati, quali non vengono battuti da alacri gambe di viaggiatori, e io li ho dominati dal principio alla fine, spiccando su una scoscesa altura, ora accosciato ora dritto.

Attorno a me pascolano le fulve capre montanine, come fanciulle ricoperte di vesti con strascico, e posano a me d’intorno nel vespro, come io fossi uno stambecco balzano dalle ricurve corna, che si arrampica a inaccessibile rifugio per un pendio montano.


Una qaṣīda di Shanfarā è stata utilizzata dal gruppo musicale italiano Area per il testo della canzone Il bandito del deserto

Il bandito del deserto

Parto al mattino
Vento e destino
Sciacallo grigio argento dai magri fianchi
Sappi che io son l’uomo della Leina
Rivesto l’armatura sul cuore di una iena

Ora sono in povertà
Ora in ricchezza
Desiderio, paura, libertà
Bisogno di chiarezza
Nella polvere un rifugio ripara dall’offesa
un ritiro per chi teme
il nemico e la resa.

Writer: Demetrio Stratos