Tibet, appendice Pechinese – 2010/4

Una certa consuetudine con la città di Beijing ci evita le visite di rito dandoci lo spazio per frequentazioni collaterali.

Silk Street High-rise è un mercato coperto, organizzato in quattro piani, per un totale di 35.000 metri quadrati, circa 1.700 stand, frequentato da 20.000 persone giorno che salgono a 50.000 nel week end, cinesi e turisti. E’ il tempio dello shopping cinese che ti assale con l’insistenza dei venditori attaccati all’osso (al polpaccio del possibile acquirente) che non mollano mai. Inutile dirlo: Lacoste, Tommy H., Timberland, Rolex, Gucci… tutto il ben di Dio meglio marcato e rigorosamente falso. Dopo l’inevitabile, accesa, trattativa si porta via la polo di marca a 50 yuan e a 100 l’orologio. L’affare lo fanno sicuramente loro in questa guerra mercantile, senza esitare a venderti una camicia bucata e un prodotto difettato che, tanto, tu turista passi e vai. Loro solo restano. Ma il prezzo è tale che vale il rischio, e poi ci si diverte, e ti dicono “taccagno” se tiri troppo, e ti approcciano in spagnolo, perché in questo 2010 sono quei latini i più presenti al mercato, per rifarsi forse laggiù della crisi che attanaglia la Spagna. Confesso: ho comprato anch’io il falso della polo. Senza esitazione né pentimento soprattutto per quegli industriali che invocano la tutela del made in Italy e fanno produrre proprio in Cina. Perfetta coincidenza tra prodotto nazionale e interesse personale per il proprio profitto. Molto spesso, infatti, i falsi sono prodotti proprio nelle medesime fabbriche sotto costo della RPC che producono gli originali. Solamente prendono un’altra strada nella fase di commercializzazione. Perché dunque preoccuparmi dell’affare del modaiolo italiano se ormai di italiano il suo prodotto ha, forse ma non ne sono affatto sicuro, solo il suo conto bancario? 
Andate a Silk Street High-rise e comprate rigorosamente falso.

Donghuamen, il mercato notturno nelle vie centrali della capitale rilanciato nel 2000 come luogo per gustare i piatti tipici della cucina cinese…. nella sezione gastronauti un approfondimento su questa esperienza culinari e una sezione dedicata alla cucina tibetana.

Il 798 Art District, noto anche come Dashanzi, è un gruppo di ex fabbriche militari che ospita ora spazi creativi alla moda come la 798 Photo Gallery e l’Ullens Center for Contemporary Art, dove espongono artisti cinesi affermati ed emergenti, trovano posto installazioni di sculture all’aperto.

La nuova area sportiva creata per i giochi olimpici del 2008 è piena di gente e di luci, ci si può trovare di tutto, dallo zucchero filato, ai soldatini “a molla”, agli aquiloni.

Nei medesimi giorni ecco un’ulteriore conferma del rilancio del Grande Gioco: i presidenti di Tajikistan, Afghanistan, Pakistan e Russia si incontrano per tessere nuove vecchie alleanze…